Università Telematiche, la prima indagine sugli studenti. Per il 70% l’istruzione online è l’unica opzione, ma emerge il peso delle discriminazioni.

Set 24, 2025 | Comunicati Stampa

Secondo l’ultimo rapporto OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), l’Italia continua a registrare un numero troppo basso di laureati: soltanto il 22% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha conseguito un titolo di studio universitario, contro una media del 42% nei Paesi industrializzati. Un divario che conferma le criticità strutturali nell’accesso all’istruzione terziaria nel nostro Paese.

In questo contesto, la formazione digitale riveste un ruolo fondamentale: 7 studenti universitari online su 10 dichiarano che in assenza di questa opzione avrebbero interrotto gli studi, segno che la didattica a distanza non rappresenta un “piano B”, bensì un servizio indispensabile per i più di 300.000 studenti attualmente iscritti a un percorso universitario online (dati ANVUR). 

A rivelarlo sono i risultati della prima indagine nazionale sulla condizione degli studenti universitari online, realizzata da AteneiOnline – servizio di orientamento e iscrizione alle università telematiche – coinvolgendo più di 15.000 studenti degli 11 atenei digitali italiani

L’indagine di AteneiOnline mette in luce aspetti finora poco investigati del sistema universitario italiano, analizzando per la prima volta le necessità, le scelte e le motivazioni di chi studia a distanza: “Si tratta della prima indagine di questo tipo a livello nazionale, resa possibile dalla posizione privilegiata della nostra realtà – che ci vede in contatto quotidiano con migliaia di studenti delle diverse Università Telematiche riconosciute dal MUR”, dichiara Matteo Monari, Fondatore di AteneiOnline. I dati evidenziano una forte necessità da parte degli studenti di avere accesso a una modalità di studio più agevole: per questo gli atenei digitali rivestono oggi un ruolo sempre più centrale, specialmente per chi non può frequentare fisicamente i corsi in presenza. In un Paese che si colloca penultimo nella classifica OCSE per numero di laureati, è necessario non demonizzare chi sceglie di continuare il percorso di studi in modalità digitale, ma anzi riconoscere il contributo dell’istruzione universitaria online in quanto complementare a quella in presenza”.

Una scelta dettata dal bisogno di flessibilità 

Per la maggior parte degli studenti delle Università Telematiche la modalità digitale era di fatto l’unica opzione possibile per proseguire gli studi. Il 69,8% di questi ha dichiarato infatti che non si sarebbe iscritto all’università qualora il corso di studi prescelto non fosse stato disponibile in modalità online

L’88,8% dei rispondenti ha inoltre dichiarato che qualora lo stesso percorso di studio online fosse stato offerto da una università pubblica avrebbe preso in seria considerazione questa opzione, confermando ulteriormente come gli atenei digitali sopperiscano oggi a un bisogno di flessibilità e accessibilità al quale – salvo rare eccezioni – gli atenei tradizionali tardano a rispondere. In questo senso va letto anche il dato relativo alle aspettative verso le istituzioni: la quasi totalità degli intervistati auspica infatti un intervento pubblico che agevoli lo studio a distanza.

I principali fattori alla base della scelta di studiare online sono la  possibilità di conciliare studio, lavoro e vita privata (84,5%) e la flessibilità nella gestione dello studio (75,5%), grazie alla possibilità di seguire le lezioni da casa o da qualsiasi altro luogo. Questi dati confermano che gli studenti optano per le Università Telematiche principalmente per reali esigenze logistiche, lavorative e familiari

Come per quelle pubbliche (dati Almalaurea), anche nel caso delle università telematiche le motivazioni alla base della scelta del percorso di studio sono sia di carattere professionalizzante che culturale:  il 46,2% ha intrapreso il proprio percorso per una migliore posizione lavorativa, il 41,5% per la passione per un determinato campo di studi.

L’opinione degli studenti sulla qualità dell’insegnamento a distanza

Tra gli studenti a distanza intervistati, più del 70% ha alle spalle esperienze in università di tipo tradizionale. Questo dato, oltre a testimoniare l’importante migrazione in atto, rende possibile un confronto “dal basso” tra le due tipologie di ateneo. I dati raccolti, basati sull’esperienza degli studenti, raccontano una realtà diversa dall’immagine spesso rappresentata da media e opinione pubblica. 

Laddove infatti una delle principali critiche avanzate agli atenei telematici riguarda il rapporto tra iscritti e docenti, l’80,8% degli studenti “telematici” dichiara di non aver mai riscontrato problemi con lezioni o esami per mancata o scarsa disponibilità dei docenti. La maggior parte degli studenti ritiene anzi il rapporto con docenti e tutor più agevole negli atenei a distanza che in quelli tradizionali. 

I dati raccolti inoltre sono in controtendenza rispetto alla tesi che gli esami nelle telematiche siano più facili rispetto a quelli delle università tradizionali: il 72,4% degli studenti non ha riscontrato differenze tra gli esami sostenuti presso l’università online e quelli sostenuti presso l’università tradizionale.

Tra le principali criticità segnalate dagli studenti emerge invece la minor socializzazione tra colleghi di corso, indicata insieme alla gestione autonoma dello studio tra gli aspetti più difficili di un percorso online. Un’altra problematica  sollevata da uno studente su 5 è quella del costo: in quanto privati, gli atenei telematici prevedono infatti tipicamente una retta più elevata rispetto a quella degli atenei statali.   

Quasi uno studente su due ha dichiarato di essersi sentito discriminato 

L’esperienza presso l’Università Telematica è valutata in maniera positiva dalla quasi totalità dei rispondenti: il 94% si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto della propria decisione. Tuttavia, quasi la metà degli intervistati rivela purtroppo di essersi sentita discriminata per la scelta di studio fatta, in special modo dai media (20%) e da amici o familiari (17%) – segno che nonostante l’elevata soddisfazione degli studenti e il generale ruolo di inclusione della formazione a distanza, che rappresenta l’unica possibilità di completare gli studi universitari per chi altrimenti non li porterebbe a termine, i pregiudizi storicamente legati all’istruzione online hanno ancora forti ripercussioni sull’opinione pubblica.

L’indagine completa può essere consultata al seguente link: https://www.ateneionline.it/indagine-nazionale-studenti-universitari-online-2025/

Comunicato stampa di Press Play per AteneiOnline